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Una check-list per scrivere dei buoni testi SEO è molto più utile di quanto si possa pensare. Non è tanto utile per chi, come noi, lavora con il SEO tutti i giorni. Ma è utile quelle aziende e ai quei clienti per i quali realizziamo progetti web e consulenze di posizionamento sui motori di ricerca che, una volta messe a conoscenza di punti di forza e criticità, decidono di dare vita ad una propria strategia di content marketing.

Anche i testi che si scrivono sul web, così come quelli pensati per finire in un libro o in un podcast, posseggono due caratteristiche peculiari: una forma ed un contenuto. In questa SEO check-list parleremo della forma del testo (nell’accezione più ampia del termine). In particolare, in questo articolo forniremo utili spunti di riflessione sui seguenti argomenti:

Titolo e meta title
URL e indirizzo web
Descrizione di pagina (meta description)
Titoli e sotto-titoli (tag header)
Testo, keyword, parole correlate
Immagini e video
Link interni e link esterni
Backlink

Quello che deve essere chiaro, fin da subito, è che non esiste una guida SEO assoluta, che la promessa della prima pagina dei motori di ricerca è sempre una bugia, e che non esistono 10 regole… 5 trucchi… 20 segreti per ottenere un determinato risultato.

Queste sono regole per scrivere un testo che sia strutturalmente pensato per il SEO e per i motori di ricerca. Il contenuto, la sua originalità, la fruibilità, la risposta del pubblico sono (e probabilmente saranno) fattori determinanti e imponderabili, che mai risponderanno ad un numero chiuso di norme, ad una check-list, ad un piccolo o grande numero di trucchi e segreti per essere primi nei motori di ricerca.

Dopo che avrete fatto vostri i concetti presenti in questo articolo, avrete voglia di creare la vostra check-list personale per il SEO on-page. Più adatta al vostro modo di scrivere e di pensare. Nel frattempo, però, vi consigliamo questa bella infografica realizzata da SEMrush: stampatela e tenetela accanto a voi, mentre scrivete, per essere sempre certi di non aver dimenticato nulla.

Detto questo: siete pronti per cominciare a scrivere? Si parte!


Il Titolo (meta title)

In ordine di apparizione, il titolo è la prima cosa che si incontra, quando si legge un testo. Forse, però, dovrebbe essere l’ultima riga di testo da scriversi. Sì, perché nel titolo dovreste riuscire a condensare, in poche parole, l’essenza di ciò che avete detto nel testo che gli seguirà.

Quando scrivete per il web (e per fare SEO), ricordate che quello che è chiamato “meta title” non comparirà sulla Pagina, bensì nella parte altra della finestra (o del tab) di alcuni browser e, soprattutto, nelle SERP dei motori di ricerca, all’interno dello SNIPPET della pagina.

Dal punto di vista SEO, dunque, il vostro titolo dovrà essere breve, e ad alto volume di ricerca. Ovvero, ricco di quelle parole chiave per le quali vorreste che fosse indicizzata la vostra pagina web. Ricordate, questo è il titolo della Pagina Web che state scrivendo, ma non comparirà sulla Pagina. Il titolo visibile al lettore sarà un header.

URL, ovvero: Universal Resource Locator

Un URL è ciò che viene digitato, nella barra degli indirizzi, per andare a visitare un sito… o una specifica pagina di un sito. Un vero e proprio indirizzo alfanumerico che codifica un qualsiasi file (pagina web, un’immagine…) pubblicato su internet (lo stesso vale per cataloghi, brochure, schede tecniche… ecco perché vi consigliamo di fare SEO anche con i file .pdf). Spesso, un URL è anche detto “indirizzo web” o “indirizzo internet”.

Quando si creano le pagine di un sito, o si pubblicano post in un blog, bisogna scrivere manualmente gli URL e, facendolo, bisogna prestare attenzione al fatto che contengano parole chiave e, nel contempo, che siano di facile lettura per l’utente (sebbene molti di noi, oggi, li ignorino quasi). Un URL, dunque, potrebbe avere l’aspetto di quelli che vi suggeriamo qui di seguito:

La descrizione della pagina (meta description)

Quando le pagine del vostro sito o del vostro blog compaiono all’interno della SERP, oltre a mostrare Titolo (page title) e URL (indirizzo web), presentano anche un breve testo descrittivo del loro contenuto.
Quel testo è la meta description. Non ha un impatto diretto sul ranking, ma il suo peso diventa determinante in relazione agli utenti: una buona meta description, infatti, può convincere un utente in cerca di risposte a cliccare perché trova, nelle poche righe che arricchiscono il titolo, tutte le informazioni che stava cercando.

Naturalmente, ogni pagina dovrà dispone di una meta description unica, originale… e utile! Non allungate il brodo, ma scrivete solo quello che anche a voi farebbe piacere trovarci dentro. Anche per la description, come per il titolo, vi conviene scriverla dopo aver scritto il contenuto principale della pagina, perché sarà più facile riassumerne il contenuto in circa 200 parole.

I tag header (sempre titoli)

I tag header, introdotti nel codice – indicati con h1, h2, h3, h4, h5, h6 – non sono altro che titoli, sotto-titoli, sotto-sotto-titoli, sotto-sotto-sotto-ok… avete capito.
Sono impiegati, come i normali titoli e sotto-titoli di un documento di testo, per indicare l’argomento principale del documento (o della pagina web) e i sotto-argomenti, o gli approfondimenti, relativi al macro argomento che li contiene tutti all’interno della stessa pagina.

L’uso degli header fa sì che un testo possa essere suddiviso in paragrafi (e, dal punto di vista semantico, in argomenti) così che questo possa risultare più chiaro alla lettura. Sia alla lettura degli utenti, che lo troveranno di più semplice consultazione, sia agli “occhi” dei motori di ricerca che, individuando parole chiave e parole chiave correlate nei titoli, capiranno di che cosa parla il testo, e meglio sapranno quando mostrarlo in una SERP a seguito della ricerca di un utente.

Il testo, le keyword, le parole correlate

Quando scrivete il contenuto principale della vostra pagina (il testo vero e proprio, il corpo – o body – di un articolo) dovete tenere a mente ed usare le keyword per le quali vorreste essere indicizzati, ma anche le parole semanticamente prossime e le cosiddette parole chiave correlate (related keywords). Ok… sembra complicato, ma non lo è… vediamo perché, e come scrivere un testo “SEO friendly” per la propria pagina web.
Per quanto riguarda la lunghezza del contenuto, non esiste una regola. Semplicemente, bisogna impiegare il testo necessario per dire ciò che si vuole dire, trovando un giusto compromesso tra prolissità, esigenza comunicativa, e peculiarità del mezzo (internet). Insomma: si scrive ciò che si deve scrivere.

Contenuti multimediali (video e immagini)

L’uso di contenuti multimediali, come immagini e video, all’interno di una pagina web o di un post non porta alcun vantaggio diretto in termini di SEO. Però, aggiunge media ulteriori e, in qualche modo, può contribuire a rendere il proprio articolo o la propria pagina più interessante.

Ad esempio, un’immagine esplicativa o una infografica potrebbero valere qualche backlink (vediamo dopo di che cosa si tratta). Oppure, un video potrebbe fornire informazioni utili all’utente e, collateralmente, aumentare il suo tempo di permanenza sulla pagina del vostro sito (questo sì che è un fattore di SEO on-page da tenere sotto controllo). In linea generale, è dimostrato che i contenuti con almeno un’immagine hanno performance migliori rispetto a quei contenuti che ne sono privi.

Accorgimenti da tenere presenti, quando si lavora con le immagini: usare nomi descrittivi per i file e non dimenticare i tag ALT. Ottimizzazioni di SEO on-page possono far sì che le immagini delle vostre pagine compaiano nei risultati di ricerca di Google.

Link interni e link esterni

Quando scrivete un testo potreste sentire, ad un certo punto, l’esigenza di spiegare un termine tecnico, o di rimandare il lettore ad un approfondimento ulteriore… insomma: potreste sentire il bisogno di aggiungere dei link.
Innanzitutto, dovete sapere che esistono link di due tipi: ci sono i link esterni (che portano ad altri siti, diversi dal vostro) e i link interni (che collegano pagine del vostro sito, o blog, ad altre pagine del vostro sito, o blog).

  • I link esterni servono quando rimandano ad una fonte autorevole, ad un approfondimento, ad un documento scaricabile.
  • I link interni, in egual modo, hanno senso se costituiscono valore aggiunto per il lettore della vostra pagina (o post). Inoltre, i link interni contribuiscono a creare una “rete” di collegamenti tra le pagine del vostro sito e, dunque, hanno effetti positivi perché, oltre ad invitare l’utente a visitare altre pagine del vostro sito, inducono i crawler del motore di ricerca a indicizzare meglio e più dettagliatamente l’intera struttura del vostro sito.

Backlink

Ok, vi abbiamo mentito! C’è anche un terzo tipo di link, chiamato backlink, sul quale, però, avete ben poco controllo. Infatti, si ha un backlink quando un altro sito o blog inserisce un link ad una pagina del proprio sito o blog. L’autorità di qualsiasi sito web è basata, per buona parte, sul numero di backlink che ha ottenuto nella propria vita. I backlink provenienti da siti autorevoli rappresentano per i motori di ricerca la prova che il sito merita l’attenzione dell’utente. Scrivere contenuti interessanti, dunque, potrebbe spingere altre persone ad inserire link e riferimenti a quei contenuti, confermandone la bontà e l’autorevolezza.

Questo è quanto. Naturalmente, se avete dubbi o domande, o se volete dare i vostro contributo, potete contattarci in un clic. Speriamo che questa SEO check-list vi sia utile, e che contribuisca alla creazione di articoli e contenuti di qualità per il vostro progetto web. Buon lavoro!

Federico Di Leva

Autore Federico Di Leva

Forse non mi conoscete, anche se sono Sovrano di Retorica. Sono il Signore del Regno dell’Anacoluto e Principe di Consecutio. Sono Colui che ha navigato al di là della Galassia della Metafora, oltre la Nebulosa dell'Analogia, fino a scorgere il bagliore del remoto Sole di Adynaton. Ho lottato contro eserciti di parole, armato solo della mia penna, per fare in modo che mi obbedissero tutti: Sostantivi ed Aggettivi, il popolo dei Verbi e quello dei loro cugini, gli Avverbi. Ho assistito al crollo della Città di Interpunzione, alla scomparsa delle virgole, alla morte dei punti e virgola. Ho visto calare, sul linguaggio, il velo di tre puntini di sospensione. E sono sopravvissuto. Sono Federico. E tutto quello che dovete sapere, su di me, è che sono uno scrittore.

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